Fondazione Paoletti è lieta di pubblicare la testimonianza di Monica, volontaria che partecipato con impegno e sensibilità al progetto "100.000 pasti" per i senzatetto di Milano con la distribuzione presso il centro di Via Mambretti. "A volte le cose più belle nascono così... spontaneamente. Ore 13.30, pranzo. Qualcuno inizia a parlare della possibilità di fare una serata di volontariato. L'entusiasmo, come spesso accade, è contagioso. Così dall'idea si passa ai fatti concreti. Il venerdì successivo siamo tutti arruolati per quella che sarà la nostra prima esperienza da volontari con la Fondazione Paoletti. Nel breve tragitto che ci porta al centro di accoglienza di via Mambretti, ognuno di noi è profondamente immerso nei suoi pensieri e nelle sue emozioni: curiosità, magari anche un po' di timore, ma essenzialmentetantissima energia e voglia di fare. Ci accoglie una ragazza gentilissima, una di quelle persone che, se anche non le conosci, riescono a trasmetterti subito tranquillità e ottimismo. Ci spiega i nostri "compiti" per la distribuzione della cena e finalmente, intorno alle 20.00, siamo pronti per iniziare. I primi ospiti del dormitorio, con un ordine per me inaspettato, iniziano a mettersi in fila: pasta, riso, uova, tonno. Qualcuno chiede una porzione un po' più abbondante, ma nessuno, benchè di sicuro abbia una fame che gli farebbe divorare l'intero vassoio, insiste o si arrabbia. Il tempo passa velocemente tra un sorriso e un mestolo di purè. Alle 22.00 tutti gli ospiti sono stati serviti e alcuni vanno a riposare. Altri decidono di passare ancora un po' di tempo insieme nella grande stanza adibita a mensa. Così, tra chi gioca a carte e chi scambia due chiacchiere con i suoi connazionali, noi finiamo di pulire e riordinare. Qui regna davvero la dignità, ci sono i poveri e nuovi poveri, quelli che una volta appartenevano alla classe media. Ci sono tantissime etnie e culture differenti e ogni persona che si trova in questo posto ha una storia diversa. C'è chi fa amicizia con noi, chi invece preferisce consumare la sua cena in silenzio, ma di sicuro ognuna di queste persone, in poco tempo, è riuscita a farci riflettere profondamente. Grazie a questa, seppur piccola, esperienza ho potuto ridisegnare un certo ordine di priorità nella mia vita. Un grazie speciale va a Cristiana, che ci ha permesso di immergerci in questa realtà sconosciuta, ad Antonio e Matteo per l'allegria che sono riusciti a trasmettere, a tutti i volontari della Fondazione per l'impegno, la passione e la competenza con cui ogni giorno riescono a dare una speranza ai senzatetto, lasciando loro uno spiraglio aperto dal quale intravedere una nuova luce"